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LA SCUOLA TORNI A ESSERE SCUOLA!

Vicenza, 9 dicembre 2023

Il ministro dell’istruzione ha l’incarico di provvedere – per l’appunto – all’istruzione, che rappresenta il compito non delegabile della scuola. È attraverso l’istruzione, infatti, che la scuola indirettamente educa, senza intaccare le prerogative (educazione diretta) della famiglia. Forse il ministro Valditara – titolare pro tempore del dicastero – non lo sa, ma l’istruzione in Italia versa in uno stato comatoso, come puntualmente attestano i rapporti degli enti rilevatori: l’analfabetismo dilaga e le abilità cognitive degli scolari, in tutte le principali discipline, sono degradate a livelli imparagonabili a quelli di un passato anche recente. Egli, dunque, avrebbe davvero molto da fare prima di fare ciò che non dovrebbe. Gli strumenti che la scuola può e deve offrire sono quelle conoscenze, durevoli e universali, che, avendo resistito alla prova del tempo, compongono una base culturale solida, necessaria a formare menti libere e pensanti, capaci di leggere criticamente la realtà delle cose attraverso le sue leggi e al riparo dalle mistificazioni. Inseguire i fenomeni mediatici e i flussi emotivi, lasciarsi trasportare dai venti delle mode, fare propri gli slogan corrivi della propaganda, reclutare influencer ed esperti assortiti (al posto dei docenti che, studiosi della propria materia, ne sappiano trasmettere la sostanza e l’amore), nulla ha a che vedere con il ruolo dell’istituzione. Ne lede irrimediabilmente il prestigio e l’autorevolezza. Parimenti, imporre modelli di comportamento e dettare imperativi morali attraverso “educazioni” ideologicamente orientate corrompe l’essenza stessa della scuola perché da un lato le impedisce di svolgere bene il proprio compito culturale e scientifico, dall’altro la legittima a conculcare la libertà dell’alunno. In questo modo infatti le è intestato un abnorme potere omologante, che evoca modelli di chiara matrice totalitaria. Una scuola che tornasse a essere scuola e che, istruendo a dovere le giovani generazioni, onorasse il primo dei suoi servizi – ovvero quello di insegnare e coltivare il linguaggio affinché tutti siano in grado di esprimersi, di ascoltare e di comprendere gli altri – oltre a essere vivaio e palestra di libertà, darebbe un contributo strutturale insostituibile a contrastare qualsiasi forma violenza. Per ContiamoCi! e il sindacato Di.Co.Si. ContiamoCi! il ministro, avendo ampiamente e reiteratamente manifestato di ignorare il senso della funzione che ricopre, può giovare alla scuola e alla società italiane solo attraverso le sue dimissioni. Associazione ContiamoCi! Sindacato Di.Co.Si. ContiamoCi!

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